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La storia del mondo moderno si ripete

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Credo che un ministro degli Affari Esteri, un sottosegretario o chiunque commenti la politica internazionale sui giornali dovrebbe aver letto, studiato, consultato La Storia del Mondo Moderno della Cambridge University Press: un’opera monumentale in 13 volumi, pubblicata in Italia da Garzanti nel 1968.

L'ho acquistata a 18 anni, pagando a rate da tremila lire al mese. Mi è servita per l’esame di Stato e per alcuni esami universitari, anche se sempre parzialmente, mai completamente. È un'opera poderosa: per leggerla tutta servono anni, ed è necessario essere allenati allo studio e alla lettura.

L’ho conservata con grande cura per oltre cinquant’anni, con l’intenzione di affrontarla nella sua interezza in vecchiaia. Ora, finalmente, ci sto riuscendo. Leggo ogni sera — il momento per me più adatto — sottolineando, riflettendo, entrando nel vivo della narrazione storica.

Attualmente sono arrivato al quarto volume: La decadenza della Spagna e la Guerra dei Trent’anni (1610-1648). È una lettura che affascina e coinvolge: la storia moderna, con l’Europa al centro, scorre come un grande romanzo. Gli autori, provenienti da tutto il mondo, offrono saggi rigorosi, approfonditi, appassionanti. Raccontano con precisione le vicende di piccoli e grandi Paesi che, nell’arco di secoli, sono nati, cresciuti e poi scomparsi dalla scena della storia.

È un lavoro meticoloso, quasi un diario quotidiano, ricco di date, luoghi, personaggi. Ed è proprio questo che mi attrae: la sensazione di immergermi in un percorso epico, ricostruito con cura e intelligenza.

Preferisco leggere e studiare La Storia del Mondo Moderno piuttosto che aprire il "Corriere della Sera" e leggere le cronache e i commenti sull’attuale quadro geopolitico. Perché tutto è già accaduto. Come ha scritto Marx: la storia si ripete, prima come tragedia, poi come farsa. È vero. È farsesco — se non tragico — lo spettacolo di Trump e Putin, che si incontreranno in Alaska per discutere di pace in Ucraina. Entrambi imperialisti, entrambi ancora legati all’idea delle "conquiste territoriali".

Non hanno mai letto, né studiato, La Storia del Mondo Moderno. Trump ha esordito parlando di voler acquistare la Groenlandia e il Canada; Putin, da quattro anni, porta avanti una guerra contro l’Ucraina per appropriarsi di territori, come si faceva in Europa nel Cinquecento, nel Seicento, e poi fino al Novecento, con due guerre mondiali.

È una terribile farsa. E come ogni guerra territoriale, se mai si concluderà, lo farà con una cessione di territori alla potenza più forte.

Trump non mi rappresenta. Io, europeo, sto con l’Europa. Le guerre territoriali le abbiamo superate. Abbiamo vissuto tragedie e non vogliamo ripeterle.

G.M.