Ischia News ed Eventi - Le spugne del Mediterraneo soffrono il caldo: i loro batteri cambiano volto dopo le ondate di calore

Le spugne del Mediterraneo soffrono il caldo: i loro batteri cambiano volto dopo le ondate di calore

Ambiente
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Pubblicato sulla rivista BMC Environmental Microbiome lo studio dei ricercatori dell’Ischia Marine Centre della Stazione Zoologica Anton Dohrn

Napoli, 16 dicembre 2025 – Le ondate di calore marine non risparmiano nessuno, nemmeno le spugne, organismi noti per la loro resistenza e stabilità ecologica. È quanto emerge da uno studio condotto dai ricercatori della Stazione Zoologica Anton Dohrn e pubblicato sulla rivista BMC Environmental Microbiome. La ricerca, realizzata sull’isola d’Ischia dal team dell’Ischia Marine Centre nell’ambito del progetto NBFC-PNRR, rivela come le elevate temperature possano alterare profondamente il microbioma associato alle spugne, con conseguenze anche letali.

Le spugne – organismi antichissimi e privi di veri organi – ospitano al loro interno una ricchissima comunità microbica che può arrivare a rappresentare fino al 50% del loro volume. Questi simbionti svolgono funzioni vitali: supportano la crescita, difendono l’organismo e regolano il metabolismo. Per questo le spugne sono considerate modelli ideali per studiare l’olobionte, l’unità ecologica formata da un organismo e dalla sua comunità microbica associata.

Al centro dello studio vi è una delle specie più comuni del Mediterraneo, Petrosia ficiformis. Durante un’immersione scientifica nella grotta semisommersa di Punta Vico, i ricercatori Laura Núñez-Pons, Luigi Maria Cusano, Antonia Chiarore, Alice Mirasole, Núria Teixidó, Jana Efremova e Valerio Mazzella hanno osservato una situazione insolita: dopo un’ondata di caldo marino, alcuni individui di P. ficiformis mostravano ampie lesioni necrotiche, mentre altri apparivano perfettamente sani.

Per comprendere l’origine di queste differenze, il team ha raccolto campioni sia dagli individui colpiti sia da quelli in buone condizioni. È seguito un lavoro meticoloso di estrazione del DNA, sequenziamento e analisi del microbioma di ciascun campione, con l’obiettivo di individuare eventuali variazioni nella composizione microbica.

I risultati sono stati chiari: le spugne danneggiate presentavano un microbioma profondamente alterato, con la quasi totale scomparsa dei simbionti tipici della specie e la loro sostituzione con batteri opportunisti non simbiotici. Una disbiosi severa che, in molti casi, conduce alla morte dell’organismo.

Lo studio dimostra come gli effetti del cambiamento climatico possano colpire anche organismi considerati robusti. Tuttavia, emerge anche un segnale di speranza: gli individui che riescono a trattenere i loro simbionti chiave – i cosiddetti keystone taxa – mantengono l’equilibrio interno e mostrano una maggiore resilienza allo stress termico. Nelle spugne sane, infatti, queste specie microbiche cruciali preservano la funzionalità del sistema, evitando il collasso delle interazioni che sostengono l’olobionte.

Una ricerca che mette in luce, ancora una volta, quanto la salute del mare sia strettamente legata ai delicati equilibri tra organismi e microbiomi, oggi sempre più minacciati dall’aumento delle temperature.

Per approfondire: https://link.springer.com/article/10.1186/s40793-025-00830-2