Ischia News ed Eventi - Memorie dell’Epoca

Memorie dell’Epoca

Storia
Typography

1975 – Casamicciola e la rivoluzione democratica fallita e dimenticata

Sto mettendo a posto il mio archivio personale di cartacce: scritti, appunti, memorie, testi di comizi, ritagli di stampa locale e nazionale, polemiche, fotografie. Andrò al macero quasi tutto. Conserverò soltanto ciò che ho raccolto nei miei libri. La scelta del macero è dettata dallo spazio limitato a casa mia: troppe carte. Mia moglie mi ripete che non ne può più. È il segno di un’epoca: noi sessantottini non potevamo vivere senza la carta. Dovevamo scrivere i nostri interventi, preparare appunti per “il documento”, redigere i comizi con il massimo impegno. Ho raccattato questo materiale per cinquant’anni. Ora è tempo di liberarmene, e chi troverà qualcosa di interessante, lo troverà altrove.

Casamicciola 1975

Questo piccolo luogo dove sono nato e dove vivo ha rappresentato per me il punto di partenza e di arrivo della mia vita. Non ho mai avuto la presunzione che fosse il centro del mondo o dei problemi della “nazione italiana” — come provocatoriamente ci chiama la premier Meloni per ribadire la sua avversione al termine “Repubblica”, lo stesso che invece De Gaulle usava con fierezza. Vi invito a riflettere sulla differenza tra il termine “nazione” e quello, molto più solenne, di “Repubblica”.

A Casamicciola, nel 1975, c’era molta vita civile. Molta passione. Molta speranza. Esisteva un nucleo di intellettuali locali — che, in un contesto più ampio, sarebbero stati giganti — che si incontravano a Piazza Marina, davanti all’ingresso della farmacia De Luise: Cristofaro Mennella, Peppino Iacono, Mimmo Capezza, Gaetano Cerrito, Peppino Gamboni. Conversavano con i giovani, poi si passeggiava sul molo che ancora non era porto.

Eravamo i giovani del secondo dopoguerra, cresciuti in anni felici. Il paese cresceva, anche se con un ritmo più lento rispetto allo straordinario sviluppo delle altre località dell’isola d’Ischia. Questa crescita meno veloce, quasi una perdita di primato, costituiva la preoccupazione principale della classe politica dirigente della DC e di un’opposizione che faticava a trovare un’identità partitica per proporsi come alternativa.

Una personalità oggi dimenticata è quella di Nicola De Luise: imprenditore, politico, cittadino attivo. Morì nel 1971, a ottant’anni, mentre assisteva a un consiglio comunale. Aveva un archivio personale della sua azione politica, poi disperso. Già nel 1870 — quando parlava dai balconi nei suoi comizi — definiva Casamicciola la “cenerentola dell’isola d’Ischia” e accusava il sindaco democristiano Antonio Castagna e il segretario della sezione DC Raffaele Monti, che chiamava “i demosentinella” (provenivano entrambi dalle zone interne e alte del paese), di essere gli affossatori di Casamicciola.

1975, una svolta

Nel 1975, Casamicciola — piccolo paese di 5.000 abitanti — visse una svolta. Era arrivata la legge elettorale proporzionale, applicabile perché si era superata proprio la soglia dei 5.000 abitanti. I 20 consiglieri comunali dovevano essere eletti in proporzione. Finalmente, dopo quasi trent’anni dalle elezioni del 1946, si votava con il sistema proporzionale.

La sezione del PSI, nata a Casamicciola nel 1965, non si illudeva di vincere le elezioni del giugno 1975. L’obiettivo era modesto ma fondamentale: ottenere le “sette firme” necessarie per convocare il consiglio comunale. Partecipai a quella lista e fui eletto, ultimo dei cinque consiglieri socialisti.

(1 – continua)