Nella polemica in atto sui trasporti marittimi – che sono ESSENZIALI non solo per gli isolani ma SOPRATTUTTO per l’intero sistema economico fondato sul turismo delle tre isole partenopee ed anche delle due ponziane anche se Ischia, Capri, Procida, Ventotene e Ponza sono tutte storicamente ed antropologicamente “isole napoletane” - c’è un principio fondamentale ed irrinunciabile che è quello della “continuità territoriale della Repubblica”. E’un principio evidente che comprende doveri e diritti ma che afferma in modo solenne che la Repubblica Italiana è tale in tutto il territorio inserito nella carta geografica politica. Così un piccolo paese che si trova su di una sperduta montagna delle Alpi o dell’Appennino è anch’esso parte integrante della Repubblica così come la Repubblica Italiana si estende anche alle isole minori divise dal mare dal continente. Anche Pantelleria o Lampedusa sono “Italia”così come lo sono Ischia o Capri. Tutti gli italiani ovunque si trovino hanno il DIRITTO alla mobilità. E’ DOVERE della Repubblica – nelle sue varie e complesse articolazioni – costruire strade, ponti, sentieri affinchè i cittadini possano circolare liberamente e nello stesso tempo attuare la “coesione economica e sociale” della Nazione. E’ DOVERE della Repubblica costituire un Trasporto Pubblico per la circolazione delle persone in ogni modo civile.
Questo principio non può essere cancellato o sminuito perché significherebbe ritornare indietro di almeno 150 anni cioè proprio nell’anno dell’Unità nazionale.
