°Nel 1953 fu trovata morta nelle acque antistanti la spiaggia della Fundera tra Lacco Ameno e Casamicciola una signora vestita di nero il cui nome non si è mai saputo - Così non si è mai saputa la causa della morte
Gaetano Di Scala, il più grande fotoreporter degli anni ‘50 e ‘60 del ‘900, quelli del grande boom turistico dell’isola d’Ischia, me ne parlò quando andai ad intervistarlo nel febbraio del 1987 nella sua casa a Barano. Gaetano aveva imparato il suo mestiere di fotografo dal padre Giorgio ma soprattutto era stato durante il servizio militare in Marina che si era perfezionato tanto da acquisire la qualifica di “furiere fotografo”. Dal 12 settembre 1943 al 15 agosto 1945 era stato il prigioniere n. 106259 del campo Neubranderburg in Germania ed al termine della guerra si trovò con una bella medaglia ma senza una lira. Ricominciò dove aveva lasciato e si mise a fotografare l’isola d’Ischia che da terra di contadini e pescatori diventava località turistica internazionale. Così con la sua “Leica” andava in giro con la sua “Lambretta” a fotografare gli angoli più belli dell’isola. I suoi panorami in bianco e nero sono fra le più belle foto mai realizzate. Divenne il fotografo dell’Associated Press e dell’United Press International e fotografò Gina Lollobrigida, “una delle più belle donne di tutti i tempi” al tempo di “Campane a martello” nel 1949, poi Burt Lancaster al tempo del “pirata dell’isola verde” ed ancora Liz Taylor e Richard Burton al tempo di “Cleopatra” e così via Sir William Walton. Maria Callas, Arturo Toscanini e tanti altri personaggi dell’epoca.
Divenne il fotografo dell’isola d’Ischia sia per la mondanità sia per i fatti di cronaca nera perché veniva chiamato dai Carabinieri e dalla Polizia di Stato.
Fra tutti gli avvenimenti di nera ricordava il “Mistero della Dama Nera”.
