Ischia News ed Eventi - Economia

Presentato il «1° Rapporto sulla cooperazione in Italia» realizzato dal Censis per l’Alleanza delle Cooperative Italiane

Un mondo di 80.000 aziende e 1,3 milioni di lavoratori. Che sono aumentati dell’8% negli anni della crisi, mentre l’occupazione complessiva diminuiva dell’1,2%. Un modo diverso di fare impresa per rilanciare lo sviluppo

Roma, 29 novembre 2012 – Una straordinaria crescita occupazionale. L’occupazione nelle cooperative ha continuato a crescere anche nei primi nove mesi del 2012 (+2,8%), portando il numero degli addetti delle circa 80.000 imprese del settore a quota 1.341.000 (+36.000 rispetto all’anno precedente). Si conferma così un trend positivo e l’andamento anticiclico di questo segmento produttivo. Negli anni della crisi, tra il 2007 e il 2011, a fronte di un calo dell’1,2% dell’occupazione complessiva e del 2,3% nelle imprese, gli occupati nelle cooperative hanno registrato un aumento dell’8%. Le cooperative contribuiscono al 7,2% dell’occupazione creata dal sistema delle imprese in Italia. I settori in cui forniscono l’apporto più rilevante sono il terziario sociale (dove il 23,6% dei lavoratori è occupato in cooperative), in particolare il comparto sanità e assistenza sociale (49,7%), i trasporti e la logistica (24%), i servizi di supporto alle imprese (15,7%). Le cooperative presentano anche una struttura dimensionale più ampia rispetto alle imprese tradizionali: a fronte di una media di 3,5 addetti per impresa, le cooperative ne contano 17,3. È quanto emerge dal «1° Rapporto sulla cooperazione in Italia» realizzato dal Censis per l’Alleanza delle Cooperative Italiane.

“La ricostituzione delle commissioni artigiane rappresenta una spinta fondamentale per riattivare un comparto così fortemente colpito dalla crisi e che rappresenta l’eccellenza della produzione made in Campania”. Lo afferma il presidente della Camera di Commercio di Napoli, Maurizio Maddaloni, il quale registra positivamente l’iniziativa del Consiglio regionale.

“E’ scoppiata la pace dopo le polemiche dei giorni scorsi sulla pubblicazione delle migliori pizzerie d’Italia. Al via adesso un percorso operativo promosso e voluto dalla Camera di Commercio di Napoli con il Gambero Rosso sulla sensibilizzazione e la promozione dell’intera filiera agroalimentare della pizza napoletana”.

Così il presidente della Camera di Commercio di Napoli, Maurizio Maddaloni, commenta l’iniziativa della casa editrice di realizzare una nuova guida con le pizzerie napoletane e una pubblicazione interamente dedicata al capoluogo partenopeo.

33mila fallimenti negli ultimi tre anni. Il 70% delle imprese lamenta difficoltà nel recupero dei crediti commerciali e scarsa liquidità, il 50% ha rapporti difficili con le banche

Roma, 4 luglio 2012 – Il numero di fallimenti di imprese è aumentato vertiginosamente negli ultimi tre anni: complessivamente 33mila procedure avviate tra il 2009 e la fine del 2011, riguardanti in gran parte strutture di piccole e piccolissime dimensioni. Questo dato ribatte con quello sul ridimensionamento complessivo della struttura produttiva del Paese. Rispetto alla fase pre-crisi (prima metà del 2008) oggi mancano all'appello circa 13mila imprese. Su 100 imprese costituite nel 2006, attualmente soltanto 58 risultano ancora attive, mentre il tasso di sopravvivenza nei primi anni 2000 era del 63%.

La crisi economica non accenna ad attenuarsi nonostante alcuni interventi strutturali approntati negli ultimi otto mesi. E se ora si discute delle misure per la crescita, occorre capire con esattezza come e dove intervenire. «Il Paese mantiene ancora fondamentali solidi, con un elevato livello di risparmio delle famiglie e un tessuto d'impresa in gran parte dotato di una consistente carica competitiva – ha dichiarato oggi Giuseppe De Rita, presidente del Censis, da sempre impegnato a dare voce all'impresa minore –, ma è innegabile che le molte energie manifestate in passato mostrano ormai gravi segnali di logoramento. Prenderne atto è un modo per capire meglio quali strumenti di sostegno possono essere messi in campo».

Luci e ombre nel rapporto della Corte dei Conti sulla Finanza Pubblica presentato ieri: trecentoventitre pagine dense e ricche di dati e di informazioni che danno conto di profonde contraddizioni. Ottimi risultati nella riduzione delle spese, ma a scapito soprattutto degli investimenti; enti locali complessivamente virtuosi, ma spesso costretti a nascondere il debito sotto il tappeto delle aziende partecipate; miglioramento dei conti nel settore della sanità, ma ancora rischi gravi di corruzione, lì più che altrove; aumento della pressione fiscale, ma fortissimo tasso di evasione; entrate crescenti, ma insoddisfacente equità; importanti successi congiunturali, ma ancora nessun nuovo disegno delle amministrazioni pubbliche e del loro perimetro.

Innanzi tutto tanto di cappello: una relazione ricchissima di dati, di informazioni, di considerazioni. Il rapporto sulla Finanza Pubblica, nuova fatica della Corte dei Conti, non è però un nuovo adempimento, ma uno strumento prezioso di analisi e di riflessione sulle politiche, e non solo economiche.
Sono 323 pagine dense di dati, tabelle, numeri e informazioni che sono state presentate ieri mattina (5 giugno 2012) alle 11.00. Le ho lette tutte, ma confesso un po’ velocemente, quindi conto di tornarci sopra più volte. Intanto un commento a caldo e un breve resoconto per chi non ha avuto il tempo di leggere il rapporto direttamente.

Quel che ho capito è che, nella faticosissima tenuta del timone nella tempesta della crisi, ci troviamo in una fase piena di contraddizioni. Provo a elencare quelle che mi sono sembrate più evidenti riportando in corsivo le parole del rapporto.

Con il decreto dirigenziale n° 603 del 19 dicembre 2011 la Regione Campania ha pubblicato il bando per l'attuazione della misura 4.1 del Fondo Europeo per la Pesca 2007-2013.

La misura, intitolata allo sviluppo sostenibile delle zone di pesca, consente di ottenere finanziamenti fino a 1.712.000 euro per realizzare 5 Piani di Sviluppo Locale al fine di rilanciare reddito e qualità della vita nei comuni costieri.

Per usufruire dell'aiuto, in ogni area di potenziale interesse (vedi il dettaglio in fondo all'articolo) deve costituirsi un Gruppo di Azione Costiera (GAC) incaricato di definire il piano di sviluppo locale purchè così composto:

20-40% rappresentanti del settore pesca, tra gli altri, associazioni di categoria del settore pesca ed acquacoltura, organizzazioni professionali, pescatori professionali, acqualcotori singoli ed associati;

20-40% rappresentanti di enti pubblici e comuni costieri del gruppo di azione costiera (Gac) di riferimento;

20-40% rappresentanti di componente privata quali enti ed associazioni che esprimono interessi di natura ambientali, economici, produttivi, sociali nel territorio del Gac.

Il Gruppo di Azione Costiera deve garantire coerenza geografica, economica, sociale e rappresentare una popolazione residente superiore a 30.000 abitanti.

Franco Arcamone Medaglia d'Oro ADVS per il 2011

Domenica 29 gennaio l'associazione donatori di sangue dell'isola d'Ischia ha festeggiato per la venticinquesima volta, dal lontano 1975, anno di costituzione, tutti quei donatori che hanno raggiunto particolari traguardi. La manifestazione come da tradizione si rappresenta: in una fase religiosa, con la messa ufficiata da don Gino Ballirano, anche esso vecchio donatore di sangue, ed una fase laica, durante la quale si discutono i problemi ed i risultati raggiunti durante l'anno dall'associazione, successivamente si procede con la premiazione dei donatori che si sono particolarmente distinti durante l'anno passato, ed il tutto si conclude con un bel aperitivo. Anche quest'anno si è evidenziato che il maggior problema dell'associazione è legato ad una delibera della regione Campania, che istituisce il registro delle associazione di donatori sangue, al quale per essere iscritti bisogna avere almeno 800 donatori attivi. Si considera donatore attivo, colui che fa almeno una donazione ogni 2 anni.

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